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Le rivoluzioni di Berta

Un libro sul Copinh, su Berta e sull’esigenza di giustizia

Claudia Korol (Foto G. Trucchi | Rel-UITA)

La Esperanza (21 marzo) -. Il terzo anniversario della siembra di Berta Cáceres e il Centro di incontri e amicizia “Utopia” del Copinh sono stati lo scenario ideale per la presentazione in Honduras del libro “Las Revoluciones de Berta”. La Rel ha intervistato in esclusiva l’autrice Claudia Korol, attivista femminista, scrittrice e amica di Berta.

– Come nasce l’idea di questo libro?

– È una cosa di cui avevo parlato con Berta. Avevamo deciso di raccontare la storia del Copinh [1] attraverso i suoi occhi, il suo vissuto, affinché non fosse solamente un dialogo o un’intervista; lei è stata una delle menti politiche più fervide e multidimensionali del continente latinoamericano.

Avevamo registrato delle cose, le avevamo messe per iscritto, corrette, però i tempi si stavano allungando. Berta era sempre impegnata in mille cose, mille attività, era sempre ‘en revolución’.               

Dopo il suo omicidio mi è costato molto capire in che modo si potesse portare avanti il progetto. Inoltre non era facile per me rivedere le cose che avevamo scritto insieme, ascoltare la sua voce nelle registrazioni. Continua a leggere

La battaglia del popolo Lenca

L’Honduras, come altri Paesi centro e sudamericani, sta facendo i conti con la depredazione del territorio e c’è chi combatte e… muore

QUI IL VIDEO DELL’INTERVISTA

L’Honduras è un paese pericoloso per i militanti ambientalisti che lottano per mantenere e preservare la loro terra dallo sfruttamento minerario, idroelettrico e dall’ agricoltura estensiva.

Berta Cáceres, assassinata il 2 Marzo 2016 è diventata un simbolo delle lotte sociali nel paese, un esempio di coraggio e determinazione per le comunità indigene e per tutti quelli che lottano per cambiare il Paese. Si è battuta per un decennio con il popolo Lenca contro la costruzione della diga di Agua Zarca sul fiume sacro Gualcarque. L’impresa concessionaria Desa è responsabile, secondo le figlie, dell’assassinio della madre e di altri membri del Copinh (Consiglio delle organizzazioni popolari indigene dell’Honduras).

Abbiamo incontrato a Milano le figlie di Berta – Laura e Bertha Zuniga Cáceres – durante una delle tappe del viaggio in Italia intrapreso per sensibilizzare sulle difficoltà del popolo Lenca e di tutto l’Honduras. Un’occasione per sapere, a tre anni dalla sua morte, se Berta Cáceres avrà giustizia.

Anna Gregnanin – Mauro Consilvio

Un attivista per l’ambiente assassinato in Honduras. Ma nessuno ne parla

Siamo sicuri che la difesa dei diritti umani sia cosa tanto distante dalla difesa della salute del pianeta in quei Paesi in cui il capitalismo sfrenato detta legge e distrugge il territorio in nome del profitto?

Roberto Antonio Argueta, attivista per l’ambiente, assassinato in Honduras

Una nuova morte sconvolge il mondo dell’ambientalismo e, se ci pensate bene, sconvolge un po’ tutti noi con la consapevolezza sempre maggiore che la difesa del pianeta stia diventando qualcosa di grosso, complicato e pericoloso.

Roberto Antonio Argueta è stato ucciso con alcuni colpi di arma da fuoco lo scorso mercoledì in Honduras, nella regione di Aguan, a circa 300 chilometri dalla capitale Tegucigalpa. Era residente nel comune di Cieibita di Rocoa e insieme a ad altre trentuno persone era stato messo sotto accusa per avere difeso i fiumi San Pedro e Guapinol nella zona di Colon dalla costruzione di una grossa diga che, secondo gli attivisti, avrebbe fatto scempio della natura locale.

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Sulla nostra pelle

Loredana Menghi:    A giugno le figlie di Berta Cáceres sono tornate  in Italia. È stata l’occasione per parlare con loro del processo per l’omicidio dell’attivista indigena, della situazione in Honduras a dieci anni dal golpe e di energie rinnovabili 

Bertha Caceres

“Sveglia umanità il tempo è finito!”. A pronunciare queste parole non è stata Greta Thunberg, la giovane attivista capofila del movimento “Friday for future”. Né gli scienziati dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), secondo i quali restano solo dodici anni per fermare il riscaldamento globale. A pronunciarle, pochi mesi prima del suo omicidio, è stata la leader indigena Berta Cacères, coordinatrice del Copinh, il Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras, quando nel 2015 è stata insignita con il Premio Goldman. Un riconoscimento prestigioso, assegnato agli attivisti impegnati nella tutela dei beni comuni, arrivato dopo una complessa battaglia legale in difesa del Rio Gualquarque. Un fiume sacro per la comunità Lenca di Rio Blanco, che attraversa le foreste ancestrali fra le montagne di Intibucà, 300 km a nordovest dalla capitale Tegugicalpa.

Nonostante le minacce Berta Cacères ha portato il caso alla Corte interamericana dei diritti umani. Ha fermato la costruzione della diga Agua Zarca, data in concessione all’azienda Desarrollos energéticos sa (Desa). E costretto il braccio privato di Banca mondiale (Ifc) e una delle imprese più grandi del mondo, la Sinohydro, a ritirarsi dal progetto. Un successo che ha segnato la sua condanna a morte: l’attivista indigena è stata uccisa la notte fra il 2 e il 3 marzo del 2016 a colpi di arma da fuoco nella sua casa a La Esperanza, in uno dei Paesi più violenti al mondo per gli attivisti ambientali, come non smette di ricordare nei suoi rapporti annuali l’ong Global Witness. A tre anni dalla sua morte sono sette i condannati come autori materiali e intermediari del delitto. Fra questi, ex dirigenti della Desa, militari legati ai servizi segreti e membri dell’esercito dell’Honduras in pensione.  

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Mobilitazione delle ‘mujeres luchadoras’ dell’Honduras

Dichiarano stato di massima allerta (+foto)

Giorgio Trucchi

Manifestazione davanti alla Corte Suprema di Giustizia (Foto G. Trucchi | LINyM)

Donne provenienti da varie regioni e territori e che fanno parte dell’Assemblea delle ‘mujeres luchadoras”[1] dell’Honduras, si sono riunite lo scorso 21 agosto di fronte alla Corte suprema di giustizia per denunciare il saccheggio sistematico di territori e beni comuni, la criminalizzazione della protesta, la persecuzione giudiziaria contro attivisti dei diritti umani, la militarizzazione dei territori, il razzismo e la violenza contro le donne.

Il 28 giugno, a dieci anni dal colpo di Stato che cambiò la storia dell’Honduras, più di 1.200 donne e circa 350 bambini e bambine appartenenti a sei popoli originari si sono riunite nel territorio garifuna di Vallecito per rafforzare la propria memoria storica e per riflettere, articolare lotte e lanciare un grido contro la violenza strutturale che le opprime.

 
GALLERIA DI FOTO QUI >>> LINyM

Edwin e Raul sono LIBERI!

Edwin e Raul sono stati scarcerati e potranno difendersi in libertá!!! Rimangono in carcere Ronmell e Gustavo per cui continua la campagna per la liberazione di tutti i progionieri politici in Honduras!!!

Ore convulse in Honduras di G. Trucchi

Lo scorso 5 agosto, i detenuti politici Edwin Espinal, Raúl Álvarez e Rommel Herrera, reclusi nel carcere di massima sicurezza “La Tolva”, hanno reso pubblica la decisione di iniziare uno sciopero della fame indefinito, nella speranza di attirare l’attenzione sulla grave situazione di insicurezza e insalubrità in carcere e sul silenzio complice delle autorità. Di fronte ai locali della Procura a Tegucigalpa e nella piazza centrale di El Progreso, i famigliari dei tre detenuti politici, più quelli di un quarto giovane (Gustavo Cáceres), insieme ad attivisti del Comitato per la liberazione dei prigionieri politici, hanno iniziato un digiuno in solidarietà con i quattro detenuti. 

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HONDURAS – Il Caso Berta Caceres (COPINH): il collasso dello stato di diritto in Honduras

itaVenerdì 20 settembre 2013 il pubblico ministero del Tribunale de La Esperanza, Intibucá, Honduras, ha ordinato l’arresto preventivo per Berta Caceres Flores, coordinatrice del Copinh, organizzazione indigena lenca, nell’ambito di un processo istruito a seguito della denuncia delle imprese che stanno costruire una diga e una centrale idroelettrica sul fiume che fornisce acqua alle nella comunità di Rio Blanco, le multinazionali DESA e Sinohydro. E domani, 25 settembre, dovrebbe essere emesso l’ordine di cattura nei suoi confronti.

Il Collettivo Italia Centro America considera che il processo intentanto da Desa e Sinohydro sia “politico”, perché le comunità indigene della zona e il Copinh, che non sono stati consultati secondo quanto dispone le Convenzione 169 dell’OIL, ratificata dall’Honduras nel 1995, sono in lotta contro il progetto, e da sei mesi occupano pacificamente e in modo continuativo la strada che conduce al cantiere.

Le manifestazioni e l’opposizione hanno già causato due morti tra gli indigeni della regione di Rio Blanco.

Per il momento, il processo ha coinvolto Berta ed altri due membri del Copinh, Tomás Gómez Membreño e Aureliano Molina Villanueva, mentre si preparano altre denunce a carico di rappresentanti dell’organizzazione.

Vi chiediamo di firmare l’appello a sostegno del Copinh (lo leggete qui sotto, potete aderire inviando una mail con il vostro nome e cognome (o il nome dell’organizzazione all’indirizzo honduras@puchica.org), che verrà in seguito inviato al ministero degli Esteri italiano, e invitiamo chi può farlo a sostenere – attraverso il Collettivo Italia Centro America- le spese legali sostenute dal Copinh, con un versamento sul conto corrente bancario intestato al Collettivo Italia Centro America è IT64 G050 1801 6000 0000 0127 111 (presso la filiale di Milano di Banca Popolare Etica). La causale è “Solidarietà Copinh”

Collettivo Italia Centro America Continua a leggere

Convocatoria incontro di formazione per gli accampamenti di osservazione in Honduras

logoIl 26-27 ottobre a Napoli avrà luogo l’incontro formativo per chi ha intenzione di partire per gliaccampamenti d’osservazione dei diritti umani in Honduras. 
Chiediamo la piú amplia diffusione, in considerazione anche della grave situazione del paese e dell’importanza che dai movimenti di base e’ stata riconosciuta alla presenza internazionale.

L’incontro inizia sabato 26 ottobre ore 15, e termina la domenica 27 ottobre pomeriggio ore 18

L’incontro si svolgerà presso l’Ex convento delle teresiane, ora “giardino liberato” sito in salita San Raffaele n 3, quartiere materdei, Napoli.

Programma dell’incontro formativo:

  • introduzione generale: contesto storico, economico, politico attuale, il FNRP ed altri attori nel paese
  • movimenti popolari in Honduras, la strategia e filosofia degli accampamenti di osservazione
  • Requisiti per essere campamentisti
  • Ruolo dei campamentisti, obiettivi
  • Situazione legale
  • Cosa fare durante la presenza nel campamento
  • Regole per i campamentisti: coordinamento del campamento, cosa non fare, comportamenti da evitare, come comportarsi in situazioni di emergenza
  • cosa portarsi
  • aspetti di salute (vaccini prima di partire)
  • assicurazione
  • all’arrivo in Honduras dove andare…
  • al ritorno dall’Honduras…..

Saranno presenti campamentisti rientrati per condividere la loro esperienza.

Per dormire portate un sacco a pelo ed ev. anche dei materassini.

Per i pasti sono necessari un piatto, un bicchiere e delle posate.

vi preghiamo di comunicarci la vostra partecipazione al piú presto
per ulteriori informazioni contattateci:
Carlo, 346 6321587

Maria, 347 1042633

Thomas, 339 1597004

piú informazioni sui campamenti:

http://www.puchica.org/campamenti/

http://campamentoshonduras.blogspot.com/

 

Honduras, il reality della dittatura

14 giungo: Dopo otto ore di udienza, la Corte di Santa Barbara, in Honduras, ha dovuto riconoscere ieri  omeriggio che le accuse nei confronti di Bertha Caceres non poggiavano su solide basi investigative. Gli avvocati della difesa avevano chiesto lachiusura del processo, mentre è stata riconosciuta solo una sospensione. Bertha conserva così la possibilità di viaggiare all’estero. Tocca alla Procura della Repubblica dimostrare che -effettivamente- la coordinatrice generale dell’organizzazione indigena Copinh trasportasse armi sulla propria auto, al momento dell’operazione dell’esercito in cui venne detenuta, a fine maggio. Resta il “caso politico”
Il 13 giugno va a processo Bertha Caceres, leader indegena del Copinh. L’accusa è possesso di armi da fuoco, in realtà è stata fermata durante una manifestazione pacifica contro la costruzione di una centrale idroelettrica. Più volte in Italia, nel 2012 ha ricevuto in Germania il premio “Shalom”
di Luca Martinelli – 12 giugno 2013

In un Paese governato da una dittatura “perfetta” (cioè uscita da irregolari elezioni), un’attivista per i diritti umani domani va a processo, sulla base di un’accusa totalmente inventata. Lei si chiamaBertha Caceres, ed è la Coordinatrice generale del Copinh, organizzazione indigena honduregna, nonché una delle personalità più in vista della resistenza al golpe infinito, quello che dall’estate del 2009 ha preso il posto della già fragile democrazia nel piccolo Paese centroamericano.
Né cubana, né cinese, ai media italiani non interessa ciò che domani potrebbe accadere a Bertha. Interessa a me, però, che conosco Bertha da dieci anni, e da altrettanti (insieme al Collettivo Italia Centro America) accompagno le azioni del Copinh, Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras (Consiglio civico di organizzazioni popolari e indigene di Honduras).
Manifestazioni sempre popolari e pacifiche, ma radicali e di massa. Dalle occupazione di strade e di terre ai girotondi fino a cingere il Parlamento del Paese.
Ecco perché non posso credere all’accusa che parla di “possesso d’arma da fuoco”, e descrive Bertha come una persona capace addirittura di mettere a rischio la sicurezza nazionale del Paese.
Accuse che potrebbero portare a una condanna fino a 6 anni di carcere.  continua>>>

Honduras: La mattanza dei contadini

da manifestosardo.org

L’abbraccio di doña Elena è forte e accogliente. Non dimostra i suoi 79 anni, con quel corpo snello e agile. Ha lo sguardo diretto e fermo di chi ha sopportato ogni sofferenza, fino al dolore più grande della scomparsa di un figlio, e non si rassegna, ma continua a lottare per ottenere giustizia.
L’attesa di doña Elena e della sua famiglia è iniziata un anno fa, il 29 aprile del 2012, quando José Antonio López Lara, un contadino di 46 anni, è scomparso. Uscì dalla sua casa per pescare in un corso d’acqua che lambisce le terre della finca Paso Aguàn, in quel periodo controllata dal latifondista Miguel Facussé Barjum.

L´HONDURAS A MILANO

Milano,  VENERDI’ 24 MAGGIO, ore 21.00

Presso PUNTO ROSSO – Libreria Les MotsVia Guglielmo Pepe 14
(angolo Via Carmagnola, MM2 Garibaldi, uscita binario 20)
MONOCOLTURE, AGROCOMBUSTIBILI E REPRESSIONE

Proiezione con presentazione e dibattito del Documentario “Bajo Aguán, grido per la terra”  con:

GIORGIO TRUCCHI, corrispondente della Rel-Uita e collaboratore di Alba Sud
ANDREA DI STEFANO, direttore della rivista Valori
Introduce: Anna Camposampiero, Prc Milano

Bajo Aguán: el grito por la tierra

di Ernest Cañada (Spagna/Honduras 2012) 30′
una produzione Alba Sud – Rel Uita

“E’ un vero e proprio “grido per la terra” quello che si leva dalla valle del Bajo Aguán, una delle regioni più fertili dell’Honduras. La terra qui fa gola a tanti…”

 L’agricoltura industriale si traduce in agrifinanziarizzazione, delocalizzazione, estensione della monocoltura e delle agro-energie, con perdita di terreno fertile. Porta con sé l’insicurezza alimentare, il land-grabbing, la privatizzazione e l’accaparramento delle risorse biologiche. In poche parole e in prospettiva: fame e guerre. Il Bajo Aguán, in Honduras, soffre da vari anni un conflitto provocato dalla perdita dell’accesso alla terra e dall’espansione delle piantagioni di palma africana, prodotto che ha visto una grande crescita della domanda internazionale. Dopo il colpo di Stato del 2009 contro il presidente Manuel Zelaya, il conflitto si è acutizzato e si è estesa la repressione contro il movimento contadino, in uno stato di totale impunità.

Organizzano: Ass. Italia-Nicaragua, Cica, C.s.a. Baraonda, Ass. La Comune Luigi Bottasini Onlus, Punto Rosso, Rifondazione Comunista Milano

Honduras Comunità indigene lenca in ribellione contro la depredazione del territorio

22abril2013Tre settimane di resistenza contro il progetto idroelettrico “Agua Zarca”

 Tegucigalpa, 22 aprile (LINyM)-. In agosto 2009, in piena crisi istituzionale post colpo di Stato contro il presidente Manuel Zelaya, un delegittimato Congresso Nazionale approvava la Legge generale dell’acqua, con la quale si garantiva la possibilità di dare in concessione a terzi le risorse idriche del paese.

Un mese dopo, l’Azienda nazionale dell’energia elettrica, Enee, annunciava la gara d’appalto internazionale numero 100-1293-2009, per la contrattazione di 250 MW di energia rinnovabile. In dicembre dello stesso anno, l’azienda pubblica ammise 50 delle offerte presentate.

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HONDURAS: AZIONE URGENTE CASO PEDRO CANALES

Azione Urgente

Il Comitato dei Familiari di Detenuti Desaparecidos in Honduras (COFADEH), si dirige di forma urgente alla Comunità Nazionale ed Internazionale per trasmettere informazioni sulla situazione difficile che vive il Difensore di Diritti umani Pedro Canales Torres, Presidente dell’Associazione per lo Sviluppo della Penisola di Zacate Grande (ADEPZA):

Pedro Canales Torres, è vittima di persecuzione eminacce in forma reiterata, utilizzando differenti metodi:

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La Banca Mondiale e i supposti abusi dei diritti umani per l’accaparramento di terre in Honduras

[ 25 marzo 2013 ]  http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=21098

Luca Manes, Re:Common per greenreport.it

Al netto di tutta la sua retorica sullo sviluppo e sulla lotta alla povertà, la Banca Mondiale sarebbe profondamente “collusa” con le multinazionali che spesso foraggia con l’abbondante quantità di denaro in suo possesso. Questo ormai è un pensiero molto diffuso, nel Nord come nel Sud del mondo, tra le realtà della società civile globale che chiedono a gran voce una riforma o addirittura una “cancellazione” delle grandi istituzioni finanziarie internazionali. Il tema caldo dell’accaparramento di terre e il ruolo che queste stesse istituzioni giocano per promuovere tale pratica è sempre più dibattuto. Le implicazioni sono molteplici, come dimostra la storia del finanziamento alla società honduregna Grupo Dinant.

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