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Solidarietà con Honduras

L’Honduras sta vivendo una crisi umanitaria di dimensioni enormi dovuta al passaggio dell’uragano Eta che ha colpito molte parti dell’America Centrale. Centinaia di migliaia di persone hanno perso tutto, tutti i raccolti sono andati distrutti, molte zone rimangono isolate, senza acqua potabile, né elettricità, ci sono danni incalcolabili, e dolorosamente al momento ci sono moltissimi dispersi.

Honduras sommerso – https://www.puchica.org/honduras-sommerso/

Huracán Eta, caos climático y estado colapsado https://ofraneh.wordpress.com/2020/11/11/huracan-eta-caos-climatico-y-estado-colapsado/

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Territori liberi, il miglior atto di giustizia per Berta Cáceres.

A 4 anni dal vile assassinio di nostra sorella.

QUI l’originale in spagnolo

Oggi si compiono 4 anni dal vile delitto contro nostra sorella Berta Cáceres. Questo crimine fu pianificato dai padroni dell’impresa DESA costruttrice del Progetto Idroelettrico “Agua Zarca”, nella comunità Lenca di Rio Blanco e fu possibile solamente grazie al collegamento con le forze repressive dello Stato dell’Honduras, che parteciparono alla persecuzione politica, sorveglianza e criminalizzazione di Berta. 

Questo crimine rappresenta il piano per tentare di distruggere la lotta territoriale e volta ad organizzare la rifondazione dell’Honduras, capeggiata da Berta Cáceres, e per cercare di seminare la paura tra le attiviste e attivisti del Paese. Ciò nonostante la sua lotta non cessa di rigermogliare in migliaia di espressioni degne di resistenza del popolo honduregno.  

È dal giorno seguente al suo assassinio che ci siamo proposti come COPINH, familiari ed organizzazioni, di costruire la giustizia per lei, sfidando l’impunità strutturale del Paese, complice degli attacchi al popolo e della sua persecuzione politica. Questo processo ha cercato di sostenere una battaglia che andasse oltre la disputa legale, intensificando la lotta in difesa dei territori minacciati da progetti idroelettrici, minerari, di produzione energetica, privatizzatori delle spiagge ed invasori dei territori indigeni, garífunas e contadini. 

Grandi sforzi ha comportato alla nostra organizzazione indigena di base, lottare perché siano attribuite le responsabilità alle persone e alla struttura criminale che han commesso il delitto. Il ruggito mondiale di giustizia ha comunque permesso, a distanza di 4 anni, di ottenere il giudizio per 7 persone vincolate alla paternità materiale dell’assassinio e avviare un processo contro David Castillo, autore intellettuale. Malgrado ciò, il processo per riconoscere la responsabilità del presidente di DESA, il signor Castillo, è accompagnato da grande incertezza. Nonostante la quantità di prove, abbiamo dimostrato che un cerchio d’impunità si eleva per proteggere gli autori che hanno nel crimine le massime responsabilità. 

Pienamente abbiamo avvalorato e denunciamo che lo Stato dell’Honduras, repressore e violatore dei diritti umani, non vuole perseguire i membri della famiglia Atala Zablah: Daniel Atala Midence, Jacobo Atala Zablah, José Eduardo Atala Zablah e Pedro Atala Zablah, impresari responsabili delle decisioni relative all’assassinio di Berta Cáceres. 

È per questo motivo che nel processo di ricerca di giustizia, il COPINH e quanti siamo parte in causa, ci proponiamo un percorso di giustizia più vasto, che vada a proteggere direttamente il diritto dei popoli ad essere consultati in modo preventivo, libero ed informato; a indagare e denunciare le imprese che, come DESA, partecipano alla persecuzione e violazione dei diritti delle comunità; a costruire un Honduras di giustizia, democrazia e pace con smilitarizzazione. 

È un imperativo del COPINH e della lotta che va oltre le ragioni strutturali che causarono il delitto: il razzismo, il negato rispetto al diritto di consultazione delle comunità indigene e il mancato rispetto dell’autonomia dei popoli. 

Continueremo dunque a lottare per tutte le nostre giustizie, a partire dai nostri corpi e territori. Per la libertà, per il futuro che merita il popolo honduregno. 

Berta Vive, la lotta continua!

Acque Libere, Popoli Liberi!

Traduzione di Adelina Bottero

Sulla nostra pelle

Loredana Menghi:    A giugno le figlie di Berta Cáceres sono tornate  in Italia. È stata l’occasione per parlare con loro del processo per l’omicidio dell’attivista indigena, della situazione in Honduras a dieci anni dal golpe e di energie rinnovabili 

Bertha Caceres

“Sveglia umanità il tempo è finito!”. A pronunciare queste parole non è stata Greta Thunberg, la giovane attivista capofila del movimento “Friday for future”. Né gli scienziati dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico), secondo i quali restano solo dodici anni per fermare il riscaldamento globale. A pronunciarle, pochi mesi prima del suo omicidio, è stata la leader indigena Berta Cacères, coordinatrice del Copinh, il Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras, quando nel 2015 è stata insignita con il Premio Goldman. Un riconoscimento prestigioso, assegnato agli attivisti impegnati nella tutela dei beni comuni, arrivato dopo una complessa battaglia legale in difesa del Rio Gualquarque. Un fiume sacro per la comunità Lenca di Rio Blanco, che attraversa le foreste ancestrali fra le montagne di Intibucà, 300 km a nordovest dalla capitale Tegugicalpa.

Nonostante le minacce Berta Cacères ha portato il caso alla Corte interamericana dei diritti umani. Ha fermato la costruzione della diga Agua Zarca, data in concessione all’azienda Desarrollos energéticos sa (Desa). E costretto il braccio privato di Banca mondiale (Ifc) e una delle imprese più grandi del mondo, la Sinohydro, a ritirarsi dal progetto. Un successo che ha segnato la sua condanna a morte: l’attivista indigena è stata uccisa la notte fra il 2 e il 3 marzo del 2016 a colpi di arma da fuoco nella sua casa a La Esperanza, in uno dei Paesi più violenti al mondo per gli attivisti ambientali, come non smette di ricordare nei suoi rapporti annuali l’ong Global Witness. A tre anni dalla sua morte sono sette i condannati come autori materiali e intermediari del delitto. Fra questi, ex dirigenti della Desa, militari legati ai servizi segreti e membri dell’esercito dell’Honduras in pensione.  

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IL COPINH lancia un appello urgente alla solidarietà attiva.

IL COPINH denuncia che persone affini all’impresa DESA hanno distrutto il raccolto di 15 ettari di mais coltivati in terre ancestrali della comunità di Rio Blanco, togliendo così la fonte principale di alimentazione delle famiglie indigene lenca appartenenti alla comunità.

Le terre coltivate furono occupate illegalmente dall’impresa DESA per la costruzione del progetto idroelettrico Agua Zarca contro cui si batteva Berta Càceres, assassinata il 2 marzo del 2016, crimine pianificato ed eseguito  da una struttura criminale formata da proprietari, dirigenti e impiegati dell’impresa stessa in stretta collaborazione con membri delle forze speciali dell’esercito honduregno.

Il COPINH esige al Pubblico Ministero e alla Polizia Nazionale di effettuare le necessarie indagini affinché il crimine non rimanga impunito. Dopo il femminicidio della compañera Berta Cáceres la comunità ha subito 22 diversi tipi di aggressione, ma in nessun caso le istituzioni sono intervenute per individuare e punire i responsabili nonostante le continue denunce.

IL COPINH lancia un appello urgente alla solidarietà attiva, sia a livello nazionale che internazionale.
Chi volesse fare una donazione dall’Italia può versare un contributo solidale al:

Collettivo Italia Centro America CICA
Banca Etica di Milano c/c 00000127111
IBAN: IT64 G050 1801 6000 0000 0127 111
COD.BIC: CCRTIT2T84A

oggetto: solidarietà per Rio Blanco

maggiori informazioni:

COPINH: Appello di solidarietà con Río Blanco: Distrutti 15 ettari di mais coltivato

Il COPINH ringrazia qualsiasi appoggio solidale per i compagni/e della comunità di Río Blanco.

“Siamo sicure e sicuri che la solidarietà dei popoli ci renderà più forti, perché sappiamo che le comunità, i popoli che resistono in questo paese, siamo in tanti per questo governo e le sue miserabili istituzioni.”

“Da qui non ci cacceranno, non ci sconfiggeranno (…) non molleremo questa lotta”

????➡️Guarda il video di Rosalina Domínguez della comunità di Rio Blanco

VIDEO: Rosalina Domínguez denuncia destrucción de la cosecha de alimentos de la comunidad de Río Blanco.

????➡️Guarda il video di Don Lucio, Presidente del Consiglio Indigeno di Río Blanco https://copinh.org/2019/07/presidente-consejo-indigena-rio-blanco-denuncia-ataques/

⚠️➡️Leggi Denuncia e allerta del COPINH https://copinh.org/2019/07/alerta-urgente-ataque-en-rio-blanco/

????➡️Leggi Appello alla solidarietà attiva del COPINH https://copinh.org/2019/07/llamado-urgente-a-la-solidaridad-activa/

 

per seguire notizie sull’Honduras, causa Berta Cáceres e COPINH:  https://t.me/BertaCaceres_Honduras 

Giustizia per Berta: Copinh dal 3 al 9 giugno in Italia

Continua la lotta esigendo giustizia per Berta, continua la resistenza indigena del COPINH, continua la solidarietà italiana con le lotte onduregne.

“Giustizia per Berta Caceres”, la leader indigena hondureña assassinata nel marzo del 2016

Tra il 3 e il 9 giugno in Italia una delegazione del COPINH, l’organizzazione che aveva fondato negli anni Novanta

Arrivano in Italia le sorelle Bertha e Laura Zúniga Cáceres, figlie di Berta Cáceres, la leader indigena hondureña, Goldman Prize 2015, assassinata nella sua casa a La Esperanza nel marzo del 2016.
Bertha e Laura saranno nel nostro Paese tra il 3 e il 9 giugno 2019, e nel corso della loro visita – la seconda dopo l’omicidio della madre – andranno a dare continuità alla relazione di solidarietà tra il COPINH e numerose organizzazioni, movimenti e spazi collettivi che da oltre 15 anni in Italia sostengono i movimenti indigeni e contadini in Honduras. Continua a leggere