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DALLE SORELLE MIRABAL A BERTA CACERES

Il nome di Berta Cáceres, difensora della terra e l’acqua, referente del popolo Lenca in Honduras, dove si oppose alla costruzione di una diga che strangola il Rio Blanco, sacro per la sua gente, risuona adesso mentre ancora riecheggiano le giornate di mobilitazione e lotta del 25 novembre, “Giorno Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne”. Assassinata nel 2016 da sicari già condannati, legati alla stessa impresa responsabile della diga, Berta fu vittima di un femminicidio politico, analogamente alle sorelle Mirabal, che in questa data vengono ricordate. La seconda tappa del processo contro gli autori intellettuali continua ad essere rinviata, senza altro senso che garantir loro l’impunità.

Claudia Korol  –  27 novembre 2020

In tutto il mondo si realizzano in questi giorni giornate di mobilitazione e lotta per il 25 novembre, “Giorno Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne”, data che ricorda l’uccisione delle sorelle Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, le “Farfalle” che affrontarono la dittatura di Trujillo nella Repubblica Dominicana – responsabile di oltre 50.000 assassinii nei popoli dominicano e haitiano – fino al loro assassinio nel 1960, un triplo femminicidio politico.

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Causa Berta Cáceres: dicembre 2019-aggiornamenti e petizione online

A quasi 4 anni dall’omicidio di Berta, durante il mese di dicembre qualcosa si è mosso, piccoli passi verso la giustizia integrale? Condanne, anche se non esemplari, agli autori materiali e un’inchiesta che cita, con prove, nomi e cognomi dei mandanti, di coloro che hanno voluto la morte di Berta, organizzandola e pagando i sicari; nomi tra l’altro sempre presenti nelle denunce del COPINH sin dai primi giorni. Condividiamo la traduzione dell’inchiesta, la copertura mediatica in Italia e la traduzione della petizione lanciata da diverse organizzazioni dei diritti umani internazionali dove si esige che anche gli autori intellettuali vengano indagati e castigati.   


                           

L’omicidio di Berta Cáceres in Honduras e il ruolo dei vertici della società interessata al progetto “Agua Zarca” di Luca Martinelli

L’omicidio di Berta Cáceres, la leader indigena del COPINH, in Honduras è stato pianificato dai vertici di DESA. A 45 mesi dalla morte della donna, assassinata da sicari a colpi d’arma da fuoco nella notte tra il 2 e il 3 marzo del 2016, nella sua casa della cittadina de La Esperanza, nel dipartimento di Intibucà, è un’inchiesta dell’Intercept a ricostruire i meccanismi di comunicazione dietro la costruzione del delitto. È stata scritta dalle giornaliste Danielle Mackey e Chiara Eisner, che chiamano in causa i vertici di DESA, la società interessata alla costruzione del progetto idroelettrico Agua Zarca, un’infrastruttura che andrebbe a stravolgere il rio Gualquarque, e la vita della comunità indigene di etnica lenca affiliate al COPINH e che vivono intorno alle sue rive.   LEGGI TUTTO>>>


Traduzione dell’inchiesta dell’Intercept : ALL’INTERNO DEL COMPLOTTO PER ASSASSINARE BERTA CÁCERES


L’organizzazione di Berta, il COPINH, dal primo momento ha denunciato la responsabilità di una struttura criminale che è parte dell’impresa e dei suoi dirigenti, per questo organizzazioni dei Diritti Umani invitano ad aderire ad una petizione, che verrà presentata alle autorità competenti, dove si esige che si proceda nell’indagine, sentenza e sanzione degli autori intellettuali, che purtroppo ad oggi e nonostante le prove sono ancora liberamente impuni.    CLICK QUI Per aderire alla petizione GIUSTIZIA PER BERTA (in italiano)


 Il 2 dicembre, inoltre, sono state quantificate le condanne agli autori materiali dell’omicidio di Berta: 

Sentenza Berta Cáceres: un primo passo sulla strada della giustizia

Honduras, condannati a 50 anni gli assassini di Berta Cáceres. Ma non basta!

Omicidio di Berta Caceres: condanna a 50 anni per 7 persone. Ma i mandanti sono impuniti

Honduras, mezzo secolo di carcere per gli assassini di Berta Cáceres. Ora i mandanti

Gustavo Castro: l’impunità per l’omicidio di Berta continua

Berta Caceres, condannati gli assassini. Forse per l’Honduras è finita l’epoca dell’impunità

 

 

Aggiornamento sulla causa Berta Cáceres

La Causa Berta Cáceres è un appello alla giustizia dei popoli indigeni, delle donne honduregne che lottano. È dare un nuovo significato alla vita, al pensiero e azione della compagna all’interno della lotta storica del popolo honduregno. Rappresenta un’intenzione di molte organizzazioni, popoli e persone del mondo che trovano nella lotta di Berta un riflesso dell’enorme criminalità che ogni giorno dilaga e alla necessità di rafforzare la speranza, usando qui le sue parole come motto.

A 42 mesi dal suo omicidio, i mandanti del crimine non sono stati indagati né chiamati a giudizio. Sono passati più di 3 anni e il processo a David Castillo Mejía, che ha avuto il ruolo di collegamento fra la struttura dei sicari e i mandanti del crimine, continua ad essere detenuto ad un anno e mezzo dalla sua cattura e a 6 mesi dallo scadere della sua preventiva.

Il 2 marzo del 2018 è avvenuta la cattura di David Castillo, membro della giunta direttiva e amministratore generale di DESA nonché unico mandante detenuto per l’assassinio di Berta Caceres. Un anno dopo, nel marzo del 2019, la UFECIC (Unità giudiziaria speciale contro l’impunità e la corruzione) e la MACCIH (Missione di Appoggio contro la Corruzione e l’Impunità in Honduras), hanno emesso un’istanza giudiziale a 16 funzionari pubblici per i delitti commessi nella concessione ambientale data a DESA per imporre il progetto Idroelettrico Agua Zarca.

La settimana scorsa, la corte d’appello ha revocato la decisione della giudice sul fatto che il COPINH prenda parte al processo come vittima del caso, come avvenuto lo scorso anno durante il processo agli esecutori materiali, la famiglia e le comunità organizzate nel COPINH sono state escluse anche dal processo legale per frode sul fiume Gualcarque, fiume sacro che è stato difeso dagli artigli di Synohidro e di DESA, il fiume per il quale è stata uccisa Berta.

In questo caso David Castillo è stato imputato di frode, negoziazioni incompatibili con le sue funzioni, e uso di documenti falsi. Ad aprile 2019 si è tenuta l’udienza preliminare contro di lui per l’omicidio della nostra compagna. In questa udienza la difesa di David Castillo ha presentato una nuova perizia che tenta di svincolarlo dal crimine, la prova è stata presentata in maniera irregolare, ciò ha comportato la sospensione dell’udienza che, fino ad oggi non è stata ripresa e il processo continua ad essere posticipato.

Oltre a questo, la difesa di David Castillo e di DESA, con appoggio dei mezzi di comunicazione impresariali, ha montato una campagna che cerca di vittimizzare David Castillo e delegittimare il processo contro di lui, mettendo in discussione le prove che lo collegano con l’omicidio e cercando di giustificare la sua innocenza con una narrazione assolutamente perversa e vittimizzante.

Queste manovre della difesa di Castillo, sia mediatiche che giuridiche, cercano solo di trovare un modo per garantire l’impunità a David Castillo, e negano il giusto processo, il diritto delle vittime, il diritto di difesa e tutti i principi necessari per portare a compimento la ricerca della verità e della giustizia nella causa Berta Cáceres.

Di fronte a tutto questo, riconosciute organizzazioni di diritti umani hanno presentato un dossier negli Stati Uniti con informazioni che lo collegano ad azioni di corruzione, violazione dei diritti umani e violenza sistematica per imporre progetti estrattivi a beneficio delle imprese a cui era associato. A loro volta, le figlie e il figlio di Berta Cáceres, presentano una richiesta d’informazioni ad una banca del Mississippi, per l’acquisto di una lussuosa casa in Texas, a Houston negli Stati Uniti, 8 mesi dopo l’assassinio della nostra compagna.

I nostri passi nel cammino della giustizia

Per ottenere verità e giustizia integrale in questa causa, esigiamo che si realizzi il dovuto processo legale che porti David Castillo ad un giudizio orale e pubblico e che s’indaghino, si giudichino e sanzionino, in maniera diligente, tutte le persone responsabili dell’omicidio di Berta e di tutte le aggressioni sistematiche perpetrate contro il COPINH, includendo sia David Castillo sia la famiglia Atala Zablah, la banca Olandese di Sviluppo (FMO), funzionari statali, membri delle forze armate, finanziatori ed altro.

Inoltre, la concessione del fiume Gualcarque, che continua a rappresentare una fonte di rischio per le comunità Lenca, e che fino ad oggi continua a generare attacchi severi a queste comunità, deve essere cancellata immediatamente.

Infine, è urgente che s’inizi un processo di riparazione per il COPINH per tutto il danno causato e che si riconosca il ruolo importante che ha portato avanti nella difesa in prima fila della terra e dei diritti dei popoli indigeni.

Tegucigalpa, Honduras, agosto, 2019

COPINH

https://copinh.org/2019/09/actualizacion-causa-berta-caceres/