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Appello per liberare i difensori dei diritti umani di Guapinol nel pieno della crisi da COVID

Parlamento Europeo – Bruxelles, 3 aprile 2020 

Al Presidente, Sua Eccellenza, Juan Orlando Hernández 

Alla Segreteria di Stato nell’ufficio dei Diritti Umani, Karla Cueva 

Al Presidente della Corte Suprema di Giustizia, Rolando Argueta 

Al Delegato Nazionale dei Diritti Umani, Dr. Roberto Herrera Cáceres 

 

 

Oggetto: Appello per liberare i difensori dei diritti umani di Guapinol nel pieno della crisi da COVID 

Sue eccellenze, 

Noi, membri del Parlamento Europeo firmatari della presente, vi scriviamo per esprimere la nostra profonda preoccupazione per la prolungata carcerazione preventiva dei difensori dei diritti umani in Honduras, ed in particolare dei membri del Comitato Municipale di Difesa dei Beni Comuni e Pubblici di Tocoa – specificamente, Porfirio Sorto Cedillo, José Abelino Cedillo, Orbin Nahún Hernández, Kelvin Alejandro Romero, Arnold Javier Aleman, Ewer Alexander Cedillo, Daniel Marquez e Jeremías Martínez Díaz. 

Siamo stati informati che i difensori hanno trascorso sette mesi (dal 1° settembre 2019) in prigione preventiva senza una giustificazione legale solida. A quanto risulta, i difensori affrontano accuse a motivo del loro lavoro nella difesa dei fiumi San Pedro e Guapinol. Da agosto ad ottobre del 2018, i difensori avevano occupato pacificamente i bordi di una strada di accesso pubblico che conduce ad un progetto minerario attuato da Los Pinares. L’ampliamento della sede stradale per uso minerario effettuato dall’impresa nel marzo del 2018, comportò che sedimenti pesanti inquinassero l’acqua dei fiumi Guapinol e San Pedro, rendendola inutilizzabile da parte delle comunità che da essa dipendono. Si sono presentate almeno dieci azioni giuridiche ed amministrative contro il processo di concessione della licenza e di esecuzione del progetto, finora rimaste senza risposta. 

Siamo in particolar modo preoccupati per la prolungata detenzione e la persecuzione giudiziaria dei difensori in assenza di chiare prove incriminatorie a loro carico. Inoltre, sappiamo che questo genere di accuse non richiede legalmente l’applicazione di misure cautelari come la detenzione preventiva. Ci hanno inoltre segnalato alcune irregolarità nel processo per il quale un tribunale di Giurisdizione Nazionale presiede il caso, mentre le accuse presentate non corrispondono a suddetta giurisdizione. 

Ci preoccupa profondamente che alla delegazione dell’Unione Europea in Honduras, insieme agli Stati membri, sia stato impedito (senza fornire motivazione alcuna) di presenziare come osservatori all’udienza del 6 novembre 2019, nella quale la giudice (Lisseth Vallecillo) ha respinto la richiesta di sostituzione del provedimento ai difensori, ratificando invece la custodia preventiva. 

Siamo oltremodo sorpresi per la catalogazione di “organizzazione illecita e criminale” che la giudice ha affibiato al Comitato Municipale, durante l’udienza di revisione delle misure, svoltasi a porte chiuse, quando si tratta di un’organizzazione dei diritti umani, riconosciuta come tale dallo Stato dell’Honduras e che non sta violando alcuna legge. 

L’11 marzo 2020 è stata inoltre presentata una nuova istanza di udienza, affinché la corte rivedesse il provvedimento di detenzione. Il 19 marzo 2020, nel contesto dell’aumentato numero di casi di COVID-19 confermato in Honduras, è stata presentata una richiesta scritta di hábeas corpus al Presidente del Supremo Tribunale di Giustizia. Fino ad oggi a queste azioni legali non sembra tuttavia esservi risposta, nonostante per la suddetta siano scaduti i termini legali.

Ci preoccupa particolarmente che i difensori siano tenuti arbitrariamente in prigione, senza giustificazione legale, come rappresaglia per il loro lavoro pacifico nell’ambito dei diritti umani in difesa del diritto all’acqua. Data l’attuale crisi sanitaria dovuta al COVID-19, i difensori sono maggiormente a rischio all’interno dei centri penitenziari di Olanchito e La Ceiba. Come l’Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Michelle Bachelet, ha dichiarato il 25 marzo 2020: “Ora più che mai, i governi devono liberare ogni persona incarcerata senza una sufficiente base legale, inclusi prigionieri politici ed altri detenuti per aver semplicemente espresso opinioni critiche o dissidenti.” 

In questa situazione, e rispettando pienamente la divisione dei poteri e pertanto la sovranità della giustizia, esigiamo urgentemente che le autorità garantiscano e rispettino le norme sancite in materia di detenzione preventiva. 

Noi firmatari, membri del Parlamento Europeo, vogliamo porre l’accento sul rischio in cui incorrono i difensori nel contesto della pandemia da Coronavirus, viste le precarie condizioni delle prigioni honduregne, e reiterare l’urgente necessità di adempiere all’appello di Michelle Bachelet per liberare i prigionieri politici e coloro che sono stati incarcerati per aver espresso opinioni critiche o dissidenti. 

Speriamo che l’onorevole Corte Suprema di Giustizia adotti i provvedimenti necessari immediati e si pronunci in accordo con gli standard internazionali. Questo implica ritirare le accuse contro i difensori dell’acqua – Porfirio Sorto Cedillo, José Abelino Cedillo, Orbin Nahún Hernández, Kelvin Alejandro Romero, Arnold Javier Aleman, Ewer Alexander Cedillo, Daniel Márquez e Jeremías Martínez Díaz. 

In ultima istanza, chiediamo alle autorità di assicurarsi che abbia termine ogni persecuzione contro i difensori. 

Seguendo le direttive dell’UE sui difensori dei diritti umani e le direttive dei diritti umani dell’UE su acqua potabile e depurazione, chiederemo alla delegazione dell’UE in Honduras che dia seguito alle questioni esposte in questa lettera. 

Cordialmente,

Tilly Metz

José Gusmão

Marisa Matias

Miguel Urban Crespo

Manuel Bompard

Grace O’Sullivan

Anna Cavazzini

Nikolaj Villumsen

Clare Daly

Mick Wallace

Leila Chaibi

María Eugenia Rodríguez Palop

Diana Riba i Giner

Deirdre Clune

Isabel Santos

Sean Kelly

Mairead McGuinness

Deirdre Clune

Frances Fitzgerald

Maria Walsh

Ernest Urtasun

 

 

Traduzione di Adelina Bottero