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Berta Cáceres, la voce del Copinh a quattro anni dal suo assassinio

9 Marzo, 2020 – dal portale Nuova Ecologia

di Loredana Menghi

In occasione delle celebrazioni in memoria dell’attivista ambientale, simbolo della lotta per i diritti dei popoli indigeni in Honduras, l’organizzazione da lei co-fondata, denuncia l’impunità dei mandanti e continua a chiedere giustizia  Una manifestazione per chiedere giustizia per l'omicidio di Berta Caceres

È stato dedicato all’acqua e ai popoli che si battono per le risorse idriche e i beni comuni il quarto anniversario dell’assassinio di Berta Cáceres Flores, l’ambientalista e co-fondatrice del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras (Copinh). La notte fra il 2 e del 3 marzo 2016 la leader indigena lenca, una delle etnie più antiche del Centro-America, è stata uccisa da un gruppo armato per le sue battaglie in difesa del fiume Galquarque, che scorre nei territori ancestrali della comunità di Rio Blanco, nel dipartimento di Intibucà a Nord Ovest dell’Honduras. La coordinatrice del Copinh aveva guidato una strenua mobilitazione, riuscendo a bloccare la costruzione dell’impianto idroelettrico Agua Zarca, dato in concessione all’azienda Desarrollos Energéticos SA (Desa). Per farlo, si è era appellata alla Convenzione Ilo 169, che sancisce il diritto all’auto-determinazione dei popoli indigeni, obbligando il braccio privato della Banca mondiale (Ifc) e una delle imprese più grandi del mondo, la Sinohydro, a ritirarsi dal progetto. Una vittoria straordinaria, ma fatale, che le è valsa il prestigioso Premio Goldman per l’Ambiente 2015 e l’iscrizione nelle blacklist degli squadroni della morte.

“Pochi giorni dopo il suo assassinio, ci siamo mobilitati come membri del Copinh, familiari e organizzazioni per chiedere giustizia, sfidando l’impunità strutturale del Paese – ha reso noto il Copinh in un comunicato letto da Bertha Zúñiga Cáceres, figlia della leader indigena e nuova coordinatrice dell’organizzazione, nel corso delle celebrazioni che ne hanno commemorato la scomparsa (https://copinh.org/2020/03/territorios-libres-el-mayor-acto-de-justicia-para-berta-caceres/). “Grandi gli sforzi che hanno coinvolto le organizzazioni indigene impegnate a individuare la struttura criminale. Ma il grido di giustizia che si è levato in tutto il mondo ha permesso in questi quattro anni di perseguire i sette esecutori materiali e di avviare un processo contro David Castillo, l’autore intellettuale dell’omicidio”.

Tra i sicari condannati, figurano militari dei servizi segreti, membri delle Forze Armate honduregne ed ex dirigenti della Desarrollos Energéticos SA che, in base alla sentenza emanata lo scorso dicembre dal Tribunale di Tegucigalpa, hanno operato “con la conoscenza e il consenso dei dirigenti esecutivi dell’impresa”. Sono stati i tabulati delle chat esaminate dagli inquirenti a rivelare le intense fasi di pianificazione della rete criminale, che da tempo pedinava Berta Càceres e gli attivisti del Copinh e poteva contare sull’appoggio di poliziotti e membri delle Tigri, gruppo di forze speciali addestrate dagli Stati Uniti, incaricati di reprimere le proteste in prossimità del luogo dove avrebbe dovuto sorgere la diga. Eppure, come evidenzia l’inchiesta pubblicata dall’Intercept (https://theintercept.com/2019/12/21/al-interior-del-complot-para-asesinar-a-berta-caceres/) lo scorso dicembre, a parte il presidente esecutivo della società Roberto David Castillo Mejia, arrestato nel 2018, nessuno dei dirigenti d’azienda parte del gruppo WhatsApp “Seguridad Phaz (Proyecto hidroeleléctico agua zarca) è stato iscritto nel registro degli indagati. Gruppo, che includeva membri del direttivo appartenenti alla potente famiglia Atala Zablah, legata alla Banca Centro-Americana di integrazione economica (Bcie), tutt’ora azionista del progetto Agua Zarca (https://www.lanuovaecologia.it/sulla-nostra-pelle/).

“Questo crimine è stato pianificato dai proprietari della società ed è stato possibile solo grazie all’unione delle forze repressive dell’Honduras, responsabili della persecuzione politica, della sorveglianza e della criminalizzazione – hanno ribadito gli attivisti del Copinh – Abbiamo verificato il muro di impunità costruito per proteggere gli autori intellettuali, nonostante le prove a disposizione e denunciato lo Stato intenzionato a non perseguire i membri della famiglia d’imprenditori”.

Oltre ad aver lanciato gli hashtag #capturaAlosAtalaZablah e #JusticiaParaBerta, il Copinh ha diffuso una petizione online (http://www.puchica.org/petizione-online-giustizia-per-berta/) e ieri pomeriggio (dalle 17.00 alle 21.00 ora italiana) ha indetto un Tweet bomb indirizzato a @MP_Honduras, per chiedere alla giustizia honduregna di far luce sulla vicenda.

Fra le rivendicazioni portate avanti dall’organizzazione indigena, c’è inoltre la revoca alla concessione alla società Desa sul fiume Gualcarque, vista dalla Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) come la principale minaccia per la vita e l’integrità delle comunità del Copinh. E l’attuazione di un processo più ampio teso a proteggere il diritto al consenso previo, libero e informato dei popoli indigeni, a denunciare le violazioni nelle comunità e a costruire un paese demilitarizzato, più giusto, democratico e pacifico. “Un processo – ribadisce il Copinh – che va oltre la disputa legale e che è volto alla difesa dei territori minacciati da progetti idroelettrici, minerari, energetici, dalla privatizzazione di spiagge e dall’invasione dei territori indigeni, Garifuna e contadini”.

Memoria, arte e pretesa di giustizia per Berta Cáceres

di Matías Guffanti  Foto e Video

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A 4 anni dell’assassinio di Berta Cáceres, davanti alle porte dell’ambasciata dell’Honduras della città di Buenos Aires, in Argentina, si è tenuta una veglia intrisa di memoria, arte e pretesa di giustizia per la leader latinoamericana la cui morte ad oggi è ancora impunita. L’iniziativa è nata su proposta di suo figlio Salvador Zúñiga, in una notte ricca di emozioni e di lotta, insieme ad amici e organizzazioni sociali vicine a Cáceres che in ogni incontro e intervento hanno sottolineato l’impunità che circonda i vari mandanti, partecipanti esterni del crimine che fanno addirittura parte dello stesso Stato.
Con candele, grandi immagini, frasi profondamente sentite, attivismo, canti e la grande presenza di giovani di vari paesi dell’America dove Berta ha lasciato il seme della sua lotta, la sua gioia e la sua ribellione, la manifestazione ha avuto come protagonista l’arte. Il Movimento Culturale Internazionale Our Voice ha aderito facendo sentire attraverso la musica e la poesia il grido di speranza che c’è dietro ogni lotta e ogni ribellione, contro un sistema che continua a perseguitare coloro che hanno il coraggio di difendere la vita e la libertà.

QUI puoi vedere video, foto e tutto l’articolo

Quattro anni con Berta

Copinh commemora “semina” della leader indigena e la sua rinascita nella lotta dei popoli

Berta e la sua gente (foto G. Trucchi | Rel UITA)

La Esperanza, 6 marzo (Rel UITA | LINyM) -. Con il motto “Aguas libres, Pueblos libres” (Acque libere, Popoli liberi)  il 2 e 3 marzo il Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras (Copinh) ha commemorato il quarto anniversario dell’omicidio della sua cofondatrice Berta Cáceres.

Molte famiglie -tanti i giovani- sono partite all’alba dai loro villaggi e comunità e hanno raggiunto il Centro Utopia, alla periferia della città di La Esperanza, non solo per ricordare Berta, la cui vita è stata brutalmente troncata da interessi meschini, ma anche per continuare a chiedere verità e giustizia ed essere promotrici di speranza.

Presenti anche molte organizzazioni, sia nazionali che internazionali, solidali con la ‘causa Berta’, che in questi anni non hanno mai fatto mancare il loro sostegno alla famiglia della dirigente indigena e al Copinh.

 VIDEO intervista  Bertha Zúniga Cáceres

 Galleria fotografica ¡Aguas libres, Pueblos libres!

Numerose le attività programmate, tra cui tre dibattiti sulla situazione del processo contro i responsabili dell’omicidio di Berta Cáceres, l’offensiva per la privatizzazione dei beni comuni, in particolare le concessioni delle acque dei fiumi, e sulle lotte che si stanno portando avanti a livello nazionale in difesa dell’acqua bene comune.

È stata inoltre organizzata dal Copinh, dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani in Honduras (UNHCHR), dalla Fondazione Friedrich Ebert (FES) e dalla Rel UITA una mostra fotografica che ripropone le varie dimensioni della vita e dell’agire della dirigente indigena lenca. Continua a leggere

Conclusa la gira del COPINH in Italia

Evento general en FB: https://www.facebook.com/events/1826809287618541/?active_tab=discussion

3 giugno, Bolzano:

Incontro nella sala Comunale di Bolzano con l’associazione  Los Quinchos,  Collettivo Italia Centro America e la Biblioteca Culture del Mondo

Berta Cáceres: oggi le figlie a Bolzano

4 giugno, Padova:

Incontro  “Tornerò e sarò milioni! L’eredità di Berta Caceres” in Berta, la casetta del Popolo Continua a leggere