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No Tav. Conferenza stampa sugli scontri del 19/20 luglio: la democrazia è in pericolo

Giornata pesante quella appena trascorsa: 124 fermati ai posti di blocco che hanno cinto la Val di Susa democraticamente d’assedio, ore prima che la annunciata marcia notturna avesse luogo, 9 fermi in attesa di convalida e decine di feriti che in mattinata han trasformato il Presidio di Venaus in ospedale da campo.

Il movimento No Tav ha risposto ai democratici accadimenti della notte con una conferenza stampa, indetta per oggi 20 luglio alle 15.00 al Presidio Gemma delle Alpi di Susa. Presenti Guido Fissore, Nicoletta Dosio, Marta – fermata e rilasciata – e Francesco Richetto.

È l’ennesimo episodio di violenza perpetrato a danno di persone che si recavano a protestare contro la zona rossa richiesta dal Prefetto di Torino e che di fatto espande i già ampi confini del cantiere-fortino della Val Clarea (dove hanno luogo i lavori per il tunnel geognostico per il progetto del tunnel della NLTL – Nuova Linea Torino Lione, ultima dizione di quella che doveva essere la tratta ad Alta velocità passeggeri prima, merci poi, Alta velocità prima, Alta capacità poi, N.d.R.). La prima a prendere la parola è Nicoletta Dosio, ferma nella denuncia dei pestaggi che han colpito a decine i manifestanti mentre indietreggiavano e cercavano una via di fuga in mezzo al fumo dei lacrimogeni. “Sventurata la terra che ha bisogno d’eroi” sostiene Bertolt Brecht, che N.D. cita dicendo: “La nostra terra purtroppo ha ancora bisogno di eroi” e gli eroi sono i ragazzi arrestati che pur di lasciare arretrare, uomini, donne, anziani e più giovani si sono sacrificati per la loro fuga subendo il pestaggio e l’arresto.   continua>>>

Più militari in Val di Susa: l’unica ricetta che ha il governo per il Tav

di Giulia Zanotti – Nuova Società
L’assalto alle reti di ieri sera ha lasciato il segno. Non tanto perché per l’ennesima volta è stata violata la zona rossa, recintata con le reti della Ltf, ma piuttosto perché l’azione ben coordinata sta facendo preoccupare non poco Procura e istituzioni. Qui in Val di Susa, ormai è noto a tutti, nessuno vuole quest’opera e chi la sostiene è la minoranza in confronto alla massa che sia pacificamente che radicalmente si è contrapposta alla realizzazione di un’opera costosa. Detto questo ciò che preoccupa di più è il fatto che il livello di scontro ha raggiunto picchi alti: la polizia parla dell’utilizzo di molotov, di veri e propri sabotaggi. Contro la militarizzazione del territorio.  continua a leggere>>>