- Scritto da Giorgio Trucchi
- Pubblicato: 26 Marzo 2020
Col passare dei giorni aumentano i Paesi e le popolazioni contagiate dalla pandemia di Covid-19. Ad eccezione di alcuni casi, i governi delle nazioni colpite hanno imposto misure drastiche per rallentare almeno la diffusione del coronavirus. Misure che spesso si scontrano con i diritti fondamentali dei cittadini. Proteggono le frontiere interne ed esterne, militarizzano città e territori, decretano stato d’emergenza e coprifuoco, cercando così di alleviare le debolezze e i fallimenti cronici di un sistema sanitario vittima sacrificale di un modello economico neoliberale privatizzatore, individualista e acaparratore.
Eugenio Sosa è sociologo e professore presso l’Unah, Università nazionale autonoma dell’Honduras. Secondo lui, la situazione verificatasi in diverse nazioni europee e il terrore che si è impossessato della popolazione, ha indotto paesi come l’Honduras a radicalizzare le misure per affrontare la pandemia di Coronavirus. Tuttavia, gli alti tassi di disuguaglianza che esistono nella stragrande maggioranza dei paesi dell’America latina hanno un impatto molto diverso sulla popolazione.
Coloro che soffrono maggiormente queste misure draconiane sono le fasce più fragili della popolazione, i cui diritti sono stati ridotti anno dopo anno, legge dopo legge, misura economica dopo misura economica. Ora, come per magia, per milioni di senzatetto ed esclusi anche la stessa sopravvivenza è in pericolo.
“L’Honduras è uno dei paesi di maggiore disuguaglianza, miseria ed esclusione del continente latinoamericano. Quando il governo decreta la quarantena totale ed il coprifuoco, la stragrande maggioranza della popolazione rimane senza protezioni. Sono tutte quelle famiglie che sopravvivono con l’economia informale, il lavoro precario, che riescono a malapena a garantirsi il sostentamento quotidiano. LEGGI TUTTO>>>