Archivi categoria: Generale

Un appello per i semi liberi

17/05/2013 – 

Slow Food si unisce appello lanciato da Via Campesina (associazione internazionale che in Europa rappresenta 28 organizzazioni di agricoltori provenienti da 18 Paesi) contro la proposta di legge della Commissione Europea sulla commercializzazione delle sementi. La Commissione sta infatti studiando un pacchetto di misure volte a rinforzare gli standard di sicurezza in tutta la catena alimentare. Fra queste, misure sulla salute animale, sulla salute delle piante, e anche sulle sementi.

Il nostro appello invita la Commissione a riscrivere la proposta di legge prendendo in considerazione i diritti degli agricoltori e non solo gli interessi dell’industria sementiera. 

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Omicidi di Stato: di suicidi, stragi, disoccupazione e povertà

Da Abbatto i Muri:

Una donna lancia i due figli dal balcone. Un imprenditore colpito dalla crisi economica si dà fuoco. Un uomo con dei debiti uccide il figlio e si suicida. Un’altra donna accoltella la figlia di tre anni e tenta il suicidio. Un uomo si dà fuoco per difendere la sua casa venduta all’asta eprendono fuoco anche moglie e figlia. Un uomo si impicca perché senza lavoro. Un altro non viene pagato da due anni e tenta di darsi fuoco. Due padri separati si suicidano insieme per mancanza di lavoro e affetto. Ancora 5 persone si suicidano per debiti e disoccupazione. Una pensionata tenta un furto prendendo a picconate un distributore automatico. Un’altra pensionata ruba al supermercato 7 euro di spesa. Una donna si getta a mare e un uomo si spara col fucile. Un altro imprenditore si spara un colpo in testa. Marito e moglie si impiccano e il fratello di lei si suicida. Una donna viene uccisa per un debito di 100 euro. Un disoccupato si mette a sparare davanti Palazzo Chigi, ferisce due carabinieri e tenta il suicidio. Una donna si suicida per lasciare la casa al figlio.  continua a leggere>>>

Fummo, Siamo e Saremo i Cinque

A mio fratello Renè in libertà.

Quel 12 settembre, senza aggettivo che possa qualificarlo nella sua violenza, sono stato l’ultimo che è arrivato a Miami e, quindi, l’ultimo ad essere ubicato in una cella eccessivamente fredda, con un materasso pelato, un copriletto ed un rotolo di carta igienica; tutti in isolamento.     continua a leggere>>>

Più militari in Val di Susa: l’unica ricetta che ha il governo per il Tav

di Giulia Zanotti – Nuova Società
L’assalto alle reti di ieri sera ha lasciato il segno. Non tanto perché per l’ennesima volta è stata violata la zona rossa, recintata con le reti della Ltf, ma piuttosto perché l’azione ben coordinata sta facendo preoccupare non poco Procura e istituzioni. Qui in Val di Susa, ormai è noto a tutti, nessuno vuole quest’opera e chi la sostiene è la minoranza in confronto alla massa che sia pacificamente che radicalmente si è contrapposta alla realizzazione di un’opera costosa. Detto questo ciò che preoccupa di più è il fatto che il livello di scontro ha raggiunto picchi alti: la polizia parla dell’utilizzo di molotov, di veri e propri sabotaggi. Contro la militarizzazione del territorio.  continua a leggere>>>

L´HONDURAS A MILANO

Milano,  VENERDI’ 24 MAGGIO, ore 21.00

Presso PUNTO ROSSO – Libreria Les MotsVia Guglielmo Pepe 14
(angolo Via Carmagnola, MM2 Garibaldi, uscita binario 20)
MONOCOLTURE, AGROCOMBUSTIBILI E REPRESSIONE

Proiezione con presentazione e dibattito del Documentario “Bajo Aguán, grido per la terra”  con:

GIORGIO TRUCCHI, corrispondente della Rel-Uita e collaboratore di Alba Sud
ANDREA DI STEFANO, direttore della rivista Valori
Introduce: Anna Camposampiero, Prc Milano

Bajo Aguán: el grito por la tierra

di Ernest Cañada (Spagna/Honduras 2012) 30′
una produzione Alba Sud – Rel Uita

“E’ un vero e proprio “grido per la terra” quello che si leva dalla valle del Bajo Aguán, una delle regioni più fertili dell’Honduras. La terra qui fa gola a tanti…”

 L’agricoltura industriale si traduce in agrifinanziarizzazione, delocalizzazione, estensione della monocoltura e delle agro-energie, con perdita di terreno fertile. Porta con sé l’insicurezza alimentare, il land-grabbing, la privatizzazione e l’accaparramento delle risorse biologiche. In poche parole e in prospettiva: fame e guerre. Il Bajo Aguán, in Honduras, soffre da vari anni un conflitto provocato dalla perdita dell’accesso alla terra e dall’espansione delle piantagioni di palma africana, prodotto che ha visto una grande crescita della domanda internazionale. Dopo il colpo di Stato del 2009 contro il presidente Manuel Zelaya, il conflitto si è acutizzato e si è estesa la repressione contro il movimento contadino, in uno stato di totale impunità.

Organizzano: Ass. Italia-Nicaragua, Cica, C.s.a. Baraonda, Ass. La Comune Luigi Bottasini Onlus, Punto Rosso, Rifondazione Comunista Milano

Se Giorgiana Masi Potesse Vedervi…

12 mag

di Doriana Goracci

GIORGIANA MASI fu uccisa il 12 maggio 1977, durante una manifestazione a Roma non autorizzata. Quella “prolife” dell’ embrione è stata caldamente benedetta anche dal papa. OGGI.

L’ unica fotografia in rete di Giorgiana Masi che ho trovato, è quella della sua carta d’ identità. Per il 12 maggio 2013 è stata concessa l’autorizzazione soltanto alla Marciadellavitaprolife  e sono 36 anni che è morta Giorgiana Masi: era il 12 maggio del 1977. Trentasei più diciannove fa 55. Tanti sono gli anni che avrebbe.  continua a leggere>>>

Femminicidio, lettera aperta agli scettici

“Signora vada a casa, faccia un piatto di pasta a suo marito e vedrà che fate pace”. Il consiglio è stato rivolto ad una donna che voleva denunciare il marito dopo anni di violenze e minacce. Aveva scoperto dei coltelli nei cassetti della camera da letto e si era allarmata. Sappiamo che gli indicatori di pericolo, premonitori di una possibile uccisione della donna e dei figli sono principalmente quattro: episodi di violenza ravvicinati, aumento dell’intensità della violenza, minaccia di morte e/o di suicidio, il possesso o l’acquisto di armi da parte del maltrattante. Sono tutti elementi di rischio e non banali conseguenze di una lite familiare risolvibile con un buon piatto di pasta. continua a leggere>>>

Guatemala, genocidio maya: Rios Montt condannato a 80 anni di carcere

Era una sentenza che il Guatemala attendeva da trent’anni e finalmente è arrivata. José Efraim Rios Montt, l’ex generale e dittatore che governò il paese centroamericano tra il 1982 e il 1983, è stato condannato a 80 anni di carcere per il genocidio perpetrato ai danni del popolo Ixil. Il Primo tribunale di Città del Guatemala ha messo nero su bianco ciò che gli indigeni di discendenza maya ripetevano da anni e che la comunità internazionale sapeva già. Dopo mesi di dibattimento e testimonianze che hanno riportato alla memoria episodi efferati, Ríos Montt è stato considerato colpevole in primo grado di crimini contro l’umanità e della morte di 1771 indigeni, considerati dal regime vicini ai guerriglieri. “In quegli anni essere ixil – ha osservato la corte alla lettura della sentenza – era un peccato mortale”. Un verdetto che da solo non può chiudere una delle pagine più buie della storia latinoamericana quando, durante il conflitto armato che insanguinò il Guatemala tra il ‘54 e il ’96, oltre 200mila persone, in gran parte di origine maya, morirono sotto i colpi dell’esercito e di gruppi paramilitari. Ma certamente è un verdetto che riconcilia il popolo guatemalteco con la sua storia e rende giustizia a una delle civiltà più evolute e antiche del continente. Subito dopo la lettura della sentenza, l’ex generale Ríos Montt è stato tratto in arresto e condotto nel carcere della base militare Matamoros. L’avvocato difensore dell’anziano gerarca ha fatto sapere che ricorreranno in appello. Se anche nei prossimi gradi di giudizio la pena dovesse essere confermata, per Montt che di anni ne ha 86 sarà praticamente un ergastolo.

http://www.tancreditarantino.com/2013/05/guatemala-genocidio-maya-rios-montt.html

Bolivia: Morales espelle l’Usaid

Bolivia: Morales espelle l'UsaidIl presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia, Evo Morales, ha annunciato alcune ore fa l’espulsione dal paede dell’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale internazionale (Usaid), accusandola di cospirare contro il suo esecutivo e di tentare di destabilizzare il paese.
Il presidente ha dato l’annuncio di fronte al Palazzo del Governo, come parte della celebrazione della Festa del Lavoro. La decisione vuole anche essere un segno di protesta per una recente dichiarazione del Segretario di Stato americano, John Kerry che avrebbe dichiarato che l’America Latina è “il cortile degli Stati Uniti”.
Morales aveva annunciato più volte l’intenzione di espellere l’Usaid che dal 1964 finanzia progetti di impatto sociale in tutto il paese costituendo uno strumento diretto della politica estera di Washington. Una vera e propria ‘longa manus’ degli Stati Uniti. “Non mancano alcune istituzioni degli Stati Uniti che continuano a tramare contro lo stato. Così prendo questa occasione oggi per annunciare che abbiamo deciso di espellere Usaid dalla Bolivia”, ha dichiarato Morales che ha già espulso l’ambasciatore statunitense Philip Goldberg per collusione con l’opposizione nel settembre 2008 e due mesi dopo l’agenzia antidroga di Washington, la Dea, accusata di spionaggio.
Da allora i rapporti tra La Paz e Washington non sono riusciti a normalizzarsi nonostante la firma di un nuovo accordo quadro con i quali i i due paesi si impegnavano a portare avanti relazioni bilaterali basate sul rispetto reciproco.

http://www.contropiano.org/archivio-news/archivio-news/in-breve/esteri/item/16302-bolivia-morales-espelle-lusaid

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Chiapas, dirigente indigeno ucciso. Quando il turismo non porta sviluppo.

Zapatistas2

 Le cascate di Agua Azul, strette in un canyon del nord del Chiapas, sono un vero paradiso. L’azzurro intenso delle loro acque si mischia al verde florido del bosco montuoso che le costeggia. Un paesaggio mozzafiato, dichiarato nel 1993 riserva speciale della Biosfera, che da trent’anni è al centro di una disputa violenta tra indigeni e governo federale.
La riserva ospita i territori maya dei popoli chol e tzeltal e a pochi chilometri dalle cascate si trova la comunità indigena di San Sebastian Bachajón, che da sempre gestisce l’area in forma collettiva.
 Nel 1980, Agua Azul viene dichiarata “Zona di protezione forestale e rifugio di fauna silvestre”. In poche parole, le cascate e la selva circostante diventano area protetta e il controllo del territorio passa nelle mani dello stato federale. Da quel momento, senza consultare le comunità locali, iniziano le trattative tra governo e investitori privati per lo sfruttamento turistico della riserva.   continua>>>

Le bugie del governo Monti sul MUOS di Niscemi

di Antonio Mazzeo

Un “disguido”. Cioè un mero errore d’interpretazione o di valutazione degli atti predisposti dalla Regione Siciliana che ha consentito al Pentagono di fare un piccolo passo avanti nella costruzione del terminale terrestre del MUOS di Niscemi. Così, in barba al decreto di revoca delle autorizzazioni ai lavori d’installazione delle tre mega-antenne del nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari all’interno della riserva naturale “Sughereta”, firmato a Palermo lo scorso 29 marzo, tecnici ed operai hanno ottenuto l’Ok a completare pure il terzo traliccio dell’impianto di morte della Marina militare Usa.    continua>>>

 

Elezioni Paraguay: Il golpe perfetto e la quadratura del cerchio

Vince il magnate Horacio Cartes e il Paraguay torna alla “normalità”, lasciandosi dietro alle spalle un colpo di Stato, un massacro e un isolamento internazionale di facciata

 Tegucigalpa, 23 aprile (LINyM)-. Quando nel giugno 2012, dopo un processo di impeachment durato meno di 30 ore, il Senato del Paraguay destituì il presidente Fernando Lugo, l’America Latina vide con crescente preoccupazione la perversa evoluzione di nuovi tipi di “colpi di Stato istituzionali” e anche di nuovi metodi, apparentemente democratici, per frenare i movimenti popolari e i processi di cambiamento messi in atto dai governi di sinistra e progressisti latinoamericani.

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Honduras Comunità indigene lenca in ribellione contro la depredazione del territorio

22abril2013Tre settimane di resistenza contro il progetto idroelettrico “Agua Zarca”

 Tegucigalpa, 22 aprile (LINyM)-. In agosto 2009, in piena crisi istituzionale post colpo di Stato contro il presidente Manuel Zelaya, un delegittimato Congresso Nazionale approvava la Legge generale dell’acqua, con la quale si garantiva la possibilità di dare in concessione a terzi le risorse idriche del paese.

Un mese dopo, l’Azienda nazionale dell’energia elettrica, Enee, annunciava la gara d’appalto internazionale numero 100-1293-2009, per la contrattazione di 250 MW di energia rinnovabile. In dicembre dello stesso anno, l’azienda pubblica ammise 50 delle offerte presentate.

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Dal Molin, l’esercito Usa costretto ad annullare la provocazione del 4 maggio. La vittoria della dignità contro l’arroganza!

Annullato l’appuntamento da parte degli Usa per timori di contestazioni. La manifestazione del 4 maggio del Presidio No Dal Molin non viene annullata ma si trasforma in appuntamento cittadino, invitando le realtà che in tutta Italia avevano aderito alla manifestazione a essere invece presenti in estate quando l’esercito statunitense vorrà inaugurare ufficialmente la nuova base. continua a leggere>>>

 

No Muos a Niscemi, scontri e denunce attivisti sulle antenne, l’ira degli Usa

No Muos a Niscemi, scontri e denunce attivisti sulle antenne, l'ira degli Usa

La protesta sulle antenne di Niscemi

NISCEMI – Un’invasione – pacifica – ma pur sempre un’invasione, del territorio americano. Gli scontri tra manifestanti e polizia. L’ira dell’ambasciata americana e sette denunciati. E’ stata una giornata di tensione sul Muos, il maxi radar della marina militare americana in costruzione a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Stamattina  gli attivisti no Muos hanno violato la zona off limits e quattro di loro si sono arrampicati su una delle 46 antenne presenti all’interno per opporsi all’installazione del sistema di comunicazioni satellitari delle forze armate Usa. Ci sono stati scontri con la polizia e sette dimostranti sono stati denunciati. Tre poliziotti, tra i quali il commissario capo Gabriele Presti, sono stati colpiti con calci e pugni e hanno dovuto ricorrere alle cure dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale “Suor Cecilia Basarocco”.

GUARDA / Le immagini del blitz dei No Muos

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