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La lunga notte in bianco contro gli F-35 “made in Cameri”

ma ancora più sconcertante è il divario tra i programmi di sviluppo per l’F-35 e la prossima generazione di velivoli ad alta prestazione
23 giugno 2013 – Rossana De Simone

Non si capisce bene se il ministro della Difesa Mario Mauro, i generali dell’Aeronautica e i dirigenti di AleniaAermacchi, pensino che “la storia d’Italia è, in primo luogo, la storia di un popolo di servi”*, ma è certo che quando esprimono lodi e apprezzamenti nei confronti del programma F-35, rispettano unicamente le loro convinzioni.  continua>>>

Turchia / NoTav: “Una faccia, una piazza”. Taksim scrive al movimento NoTav

Cari compagni No TAV, fratelli di lotta;
la Resistenza in Val di Susa, come la Resistenza per Gezi park, e’ una resistenza contro un sistema di interessi e poteri; un sistema di valori che vorrebbe toglierci cio’ che e’ nostro – lo spazio, la valle, il parco, e la possibilita’ di viverci – in nome di un “progresso” che, nei fatti, vuol dire solo il profitto dei pochi che ci investono.  continua>>>

I veri numeri degli F-35, i caccia dello spreco

Una scheda riassuntiva con tutti i dati del programma, i suoi costi (e problemi) e le analisi che hanno contraddistinto la campagna “Taglia le ali alle armi” fin dal suo inizio
Fonte: Campagna “Taglia le ali alle armi” – 20 giugno 2013

F35 weapons armiIl Joint Strike Fighter F35 è un cacciabombardiere di quinta generazione con capacità di trasporto di ordigni nucleari ed ottimizzato per il ruolo aria terra. E’ un aereo con caratteristiche stealth, cioè bassa rilevabilità da parte dei sistemi radar e net-centriche, cioè in grado di interagire con tutti i sistemi di comunicazione, informazione e scambio dati a disposizione sul luogo del conflitto.

Il velivolo sarà prodotto in tre versioni: F35A a decollo convenzionale (CTOL); F35B a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL) per portaerei con ponte adatto; F35C per portaerei con catapulte (CATOBAR).  continua>>>

Honduras, il reality della dittatura

14 giungo: Dopo otto ore di udienza, la Corte di Santa Barbara, in Honduras, ha dovuto riconoscere ieri  omeriggio che le accuse nei confronti di Bertha Caceres non poggiavano su solide basi investigative. Gli avvocati della difesa avevano chiesto lachiusura del processo, mentre è stata riconosciuta solo una sospensione. Bertha conserva così la possibilità di viaggiare all’estero. Tocca alla Procura della Repubblica dimostrare che -effettivamente- la coordinatrice generale dell’organizzazione indigena Copinh trasportasse armi sulla propria auto, al momento dell’operazione dell’esercito in cui venne detenuta, a fine maggio. Resta il “caso politico”
Il 13 giugno va a processo Bertha Caceres, leader indegena del Copinh. L’accusa è possesso di armi da fuoco, in realtà è stata fermata durante una manifestazione pacifica contro la costruzione di una centrale idroelettrica. Più volte in Italia, nel 2012 ha ricevuto in Germania il premio “Shalom”
di Luca Martinelli – 12 giugno 2013

In un Paese governato da una dittatura “perfetta” (cioè uscita da irregolari elezioni), un’attivista per i diritti umani domani va a processo, sulla base di un’accusa totalmente inventata. Lei si chiamaBertha Caceres, ed è la Coordinatrice generale del Copinh, organizzazione indigena honduregna, nonché una delle personalità più in vista della resistenza al golpe infinito, quello che dall’estate del 2009 ha preso il posto della già fragile democrazia nel piccolo Paese centroamericano.
Né cubana, né cinese, ai media italiani non interessa ciò che domani potrebbe accadere a Bertha. Interessa a me, però, che conosco Bertha da dieci anni, e da altrettanti (insieme al Collettivo Italia Centro America) accompagno le azioni del Copinh, Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras (Consiglio civico di organizzazioni popolari e indigene di Honduras).
Manifestazioni sempre popolari e pacifiche, ma radicali e di massa. Dalle occupazione di strade e di terre ai girotondi fino a cingere il Parlamento del Paese.
Ecco perché non posso credere all’accusa che parla di “possesso d’arma da fuoco”, e descrive Bertha come una persona capace addirittura di mettere a rischio la sicurezza nazionale del Paese.
Accuse che potrebbero portare a una condanna fino a 6 anni di carcere.  continua>>>

Denunciato il pacifista sardo Antonello Repetto

A seguito dell'”autodenuncia preventiva” (di cui davo notizia con una e-mail di qualche giorno fa che vi riporto più sotto), oggi, i carabinieri (di Carloforte), hanno fatto sapere (convocato in caserma) ad Antonello Repetto che sul suo capo pende denuncia per “procurato allarme” (Art. 658 del C.P.). A me pare perfino grottesco che (siamo oltre il “processo alle intenzioni”) si possa configurare un tale “reato” e declinarlo al futuro, visto che si riferisce ad un radar al momento inesistente… ma tant’è!
 Daniele Barbieri propone sul suo blog (http://danielebarbieri.wordpress.com/2013/06/10/mi-appresto-a-farmi-arrestare) di autodenunciarci, per solidarietà con Antonello. Penso proprio di aderire. Chi volesse fare altrettanto, può comunicarlo a Daniele (pkdick@fastmail.it).
 E’ cosa buona e giusta, poi, contattare Antonello ed esprimergli solidarietà (329 3489379).
 Saluti, Sandro

Assassinio Clement Meric: tradotto in italiano il comunicato di Act Up Paris. Opponiamoci ad ogni omo-lesbo-trans-fobia e fascismo. In Francia e in Italia

Il 5 giugno scorso a Parigi Clement Mèric è stato aggredito da quattro nazifascisti, probabilmente appartenenti al movimento fascista JNR (Jeune nationaliste revolutionnaire). L’aggressione è costato la vita a Clement La notizia ha avuto ampio risalto su televisioni e giornali italiani che si sono però ben guardati dal ricordare che Clement era anche un attivista per i diritti delle persone GLBT. Il suo assassinio è conseguenza del clima d’odio in questi mesi fomentato dall’estrema destra, clericale e fascista, che si oppone alla legge recentemente approvata in Francia che consente il matrimonio anche a persone dello stesso sesso. Clement è un martire della lotta per i diritti di tutt*, per la dignità di ogni sentimento e persona. Abbiamo tradotto il comunicato di “Act Up Paris” e lo diffondiamo qui in Italia, sottoscrivendolo e facendolo nostro, Continua a leggere

Venezia No Grandi Navi: cariche per chi protesta per salvare la Laguna

a002cee5c3fc0064bfa6b7e232e3405f_XLManifestazione questa mattina a Venezia contro le navi da crociera che scorazzano nella laguna. Un migliaio di persone hanno sfilato fino a bloccare il terminal marittimo. Cariche della polizia, i dimostranti resistono.

Manifestazione e tensione questa mattina a Venezia in occasione della 5918_554316661273642_1136801332_nprotesta – all’insegna dello slogan ‘Riprendiamoci la laguna’ – organizzata dal comitato No Grandi Navi, che si oppone al passaggio delle enormi navi da crociera davanti a Piazza San Marco. L’iniziativa di protesta, al grido ”Non prendete quella nave” é partita intorno alle 10 da Piazzale Roma, dove era stato fissato il concentramento dei manifestanti, circa un migliaio provenienti dalla città e da altre località (come Trieste e Trento). Il presidio di è poi trasformato in corteo, con la partecipazione anche di centri sociali giunti da Padova, che si è diretto verso la rotonda che porta all’isola del Tronchetto e al terminal marittimo. Qui c’è stato un primo ‘contatto’ tra manifestanti e poliziotti in assetto antisommossa che sono poi intervenuti con diverse cariche quando le prime file del folto corteo hanno tentato di penetrare all’interno del terminal dalla quale partono le navi da crociera. Nonostante due successive cariche, i cordoni dei manifestanti – alcuni dei quali si difendevano con piccoli canotti e salvagenti utilizzati a mo’ di scudi – hanno retto e la manifestazione è continuata.      leggi tutto>>>

Afghanistan : l’Italia in guerra anche dopo il 2014

 Di Giuliano Battiston

Il Parlamento non è stato informato. I cittadini non ne sanno niente. Ed è molto probabile che lo ignorino anche i deputati di Sel e del M5S, che nelle scorse settimane hanno presentato due distinte mozioni per il ritiro accelerato dei soldati italiani dall’Afghanistan: l’Italia si è già impegnata a contribuire militarmente a Resolute Support, la missione della Nato che dall’inizio del 2015 sostituirà la missione Isaf (International Security Assistance Force). A dirlo chiaro è tondo è stato Chuck Hagel, segretario alla Difesa degli Stati uniti, al termine del vertice interministeriale della Nato che si è tenuto il 4 e 5 giugno a Bruxelles. A partecipare c’erano ben 50 ministri della Difesa, provenienti dai 28 paesi membri della Nato e dai 22 paesi “non-Nato” che attualmente contribuiscono alla missione Isaf in Afghanistan.  continua>>>

Honduras: La mattanza dei contadini

da manifestosardo.org

L’abbraccio di doña Elena è forte e accogliente. Non dimostra i suoi 79 anni, con quel corpo snello e agile. Ha lo sguardo diretto e fermo di chi ha sopportato ogni sofferenza, fino al dolore più grande della scomparsa di un figlio, e non si rassegna, ma continua a lottare per ottenere giustizia.
L’attesa di doña Elena e della sua famiglia è iniziata un anno fa, il 29 aprile del 2012, quando José Antonio López Lara, un contadino di 46 anni, è scomparso. Uscì dalla sua casa per pescare in un corso d’acqua che lambisce le terre della finca Paso Aguàn, in quel periodo controllata dal latifondista Miguel Facussé Barjum.

No Radar a Capo Sandalo, autodenuncia preventiva di Antonello Repetto

Il 10 agosto del 2005, nell’anniversario della bomba di Hiroshima, Turi Vaccaro, militante nonviolento, penetrò nella base militare di Woensdrecht, in Olanda, distruggendo, a colpi di martello, i comandi di due cacciabombardieri (danni calcolati in 5 milioni di euri).Generalmente, i cacciabombardieri non sono usati per la semina né per la raccolta dei cereali, pertanto, il loro apporto alla riduzione della fame del mondo, se non per certi paradossali effetti, risulta trascurabile. Distruggerli è cosa buona e giusta.

Il 6 ottobre del 2002, tre suore domenicane, Carol Gilbert (54 anni), Jackie Hudson (67) e Ardeth Platte (66), penetrarono nella base militare di Wurtsmith, in Colorado, durante una manifestazione di protesta civile contro la guerra in Iraq, e cercarono di disabilitare simbolicamente un missile a testata nucleare. Inutile dire che, Vaccaro, le suore, e molti altri, prima e dopo di loro, finirono in galera. La prigione, ci ricorderebbe (mi pare) Thoreau, è l’unico posto dove possano stare i cittadini onesti.

Antonello Repetto, in data odierna, ha mandato, per raccomandata A.R. il testo seguente:

Al Comando militare della Sardegna e al Comando generale delle Capitanerie di porto.

OGGETTO: COMUNICAZIONE INERENTE L’INSTALLAZIONE DEI RADAR A CAPO SANDALO, NELL’ISOLA DI SAN PIETRO.

Ho appreso che il comandante Di Marco, della Guardia Costiera della Sardegna, ha confermato l’installazione del radar VTS a Capo Sandalo.
Vi informo conseguentemente che, non appena il radar verrà installato,  violerò, nuovamente, la ZONA MILITARE, e provvederò a sabotarlo.
La mia coscienza di cittadino e di cristiano (appartengo al Movimento Cattolico Internazionale per la Pace “Pax Christi”) mi impone di farlo.
Basta con le spese militari! Più ospedali! Più scuole! Più lavoro! Più ricerca!

Distinti saluti
Antonio Repetto

Chiunque voglia mettersi in contatto con Antonello (non dispone di posta elettronica e ogni manifestazione di solidarietà gli darà grande piacere), potrà chiamarlo al 329 3489379.

Saluti
Sandro Martis

 

INVASIONE MILITARE U.S.A.: VICENZA CHIAMA SICILIA

– Gianni Lannes –

Vicenza – sbancamenti militari base U.S.A.  Dal Molin – foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

L’invasione militare delle forze armate degli Stati Uniti d’America è un tema di rovente attualità, basta dare un’occhiata alle 113 basi militari di Washington (occulte, segrete o note) attualmente in Italia, reali presidi per fare la guerra in mezzo mondo, per rendersi conto che è in atto non solo un’occupazione bellica, ma un vera e propria invasione.  CONTINUA>>

Sardegna. Riparte la lotta contro i radar

altNel dicembre 2011, dopo un’intensa mobilitazione fatta di coinvolgimento delle popolazioni attorno ai presidi permanenti, i comitati No Radar sardi avevano costretto il Comando generale della Guardia di Finanza a rinunciare alla costruzione di una serie di radar sulla costa ovest della Sardegna, dall’Argentiera a Sant’Antioco, con funzioni – pare – di controllo dell’immigrazione clandestina.  continua>>>

La valle è un fiume in piena… oppure una Bialera. Report di una giornata in Clarea – Domenica 26 maggio

Oggi pomeriggio dalle ore 15 un centinaio di No Tav si è mosso dal campo sportivo di Giaglione verso la Val Clarea. Arrivati comincia la consueta battitura che oggi ha avuto come grande protagonista il cancello adiacente alla baita, cosa che ha notevolmente preoccupato le forze dell’ordine rinchiuse dentro il recinto. Dopo aver minacciato più volte la sortita in maniera ridicola, ed aver spostato l’idrante in pole position, si sono però visti costretti a dividersi, per presidiare un’altro cancello a sua volta preso di mira.  continua>>>

 

MUOS, NISCEMI RESISTE ALL’IMPERO

di Manlio Dinucci, il manifesto, 21 maggio 2013

no-muos scartoLa Lockheed Martin – compagnia aerospaziale e di «sicurezza globale» con 120mila dipendenti e vendite nette per 50 miliardi di dollari annui – ha appena consegnato il secondo satellite Muos a Cape Canaveral, da dove sarà lanciato a luglio. Il primo satellite è già operativo dal 2012. L’intera costellazione di quattro satelliti di questo nuovo sistema di comunicazioni della U.S. Navy sarà in orbita entro il 2015.

Intanto la General Dymanics – altro gigante dell’industria bellica, con 90mila dipendenti e vendite annue per oltre 30 miliardi di dollari – costruisce le quattro stazioni terrestri del Muos: due in territorio Usa, in Virginia e nelle Hawaii, una in Australia e una in Sicilia. Dotata ciascuna di tre grandi parabole di 18 metri di diametro.  continua>>>