Il presidente ecuadoriano, Rafael Correa, ha confermato la legittima difesa della sovranità nazionale nel processo legale di 30 mila querelanti amazzonici contro l’industria petrolifera multinazionale Chevron, nel quale cercano di coinvolgere lo Stato.
In dichiarazioni riportate oggi, il mandatario ha precisato che la multinazionale ha chiesto al Tribunale di Arbitraggio de L’Aia di sospendere una sentenza giudiziale contro di lei per circa 19 mila milioni di dollari, per danni causati all’ecosistema ed alla popolazione amazzonica.
Correa ha sostenuto che l’Ecuador non si metterà mai in ginocchio, e meno di fronte ad una multinazionale prepotente, ed ha riflettuto che questo è un caso inedito, assurdo ed aberrante di retroattività di trattati.
Il Registro Ufficiale del Trattato di Protezione Reciproca di Investimenti, che invoca la multinazionale, è stato firmato nell’anno 1997, cioè, cinque anni dopo che Chevron è uscita dal paese.
Il capo di Stato ha indicato che una potenziale ed inimmaginabile sospensione della sentenza significherebbe una retrocessione del diritto internazionale che comprometterebbe la sovranità nazionale, facendo ritornare l’Ecuador al tempo del colonialismo europeo, che ha vissuto anche l’America Latina nei secoli precedenti.
Per questo motivo, ha ricordato che faranno un appello all’unione latinoamericana per difendere l’Ecuador, ed ha affermato che spera di concretare delle riunioni con l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) e con l’Unione delle Nazioni Sud-Americane (UNASUR).
Ha spiegato che questa multinazionale ha partecipazioni ed investimenti in vari paesi sud-americani, che anche sono stati colpiti.
Per questo, ha sottolineato il mandatario, l’incontro degli Stati che conformano la Patria Grande sarà vitale per lottare contro il capitale finanziario ed il neocolonialismo.
con informazioni di Prensa Latina
traduzione di Ida Garbe